sabato 14 aprile 2012

Pane, amore e Sartoria



Ore 18.17. Domenica 08 Aprile 2012. Pasqua.
Sulla timeline di Twitter mi appare questa foto.









Arcobaleno dopo la pioggia a Napoli.


Vi starete chiedendo cosa ci sarà mai di diverso da un qualsiasi altro
arcobaleno;
Sarà che io per Napoli ho un debole, ma a me piace pensare che quell'arcobaleno volesse portare un messaggio: " Nonostante tutto, Napoli c'è".
È proprio così miei cari lettori, perché se da un lato ci sono le vicende che ormai tutti conosciamo,
dall'altro c'è una parte di Napoli che pochissime persone conoscono e che funziona come una macchina perfetta;
No, non sto parlando di tutto ciò che riguarda la pizza, o il caffè (per altro ottimi davvero),
ma di un settore conosciuto (ahimè) solo da quei pochi che ne sono all'interno o da altri che ne
sono appassionati, LA SARTORIA NAPOLETANA.
Già, perché in un mondo massificato e (a mio modestissimo parere)
pieno di volgarità, c'è ancora chi capisce il bello (quello vero);
Ora senza nulla togliere alle altre sartorie napoletane (ciascuna di
grande qualità, fra l'altro) vorrei citare la sartoria Rubinacci, che
è un pò la madre della sartoria napoletana (le prime attività
risalgono alla prima metà del XIX secolo) per farle i complimenti per
come riesce a portare il valore e la qualità italiani nel mondo.
Sperando (chissà) un giorno di poter incontrare Luca (Rubinacci ndr.)
e farci raccontare qualche piccolo segreto sul loro lavoro, faccio un
in bocca al lupo a lui e alle altre sartorie (italiane, perché lo
stivale ne è pieno), sperando che riescano a portare sempre più in
alto il nome dell'ITALIA.
Perché si sa: La misura nell'eleganza, fa l'uomo di classe. EdG














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